Innovazione.

Il mantra del terzo millennio. E' davvero curioso come tutti ne parlino ma in pochi sappiano definirla.  Che cos'è l'innovazione? E' un oggetto? Un prodotto? Un'idea? Un modo di fare?

Esistono molte definizioni di innovazione, perché l'innovazione è un approccio culturale, è un modo di pensare e di vedere le cose. E' una visione. E come tutte le visioni, dipendono da ciò che si sta osservando e pensando. E' un concetto soggettivo.

Secondo la celebre Treccani, innovazióne s. f. [dal lat. tardo innovatio -onis]. è: "L’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e simili. In senso concreto, ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, ecc."

L'innovazione è quindi un processe di ammodernamento, di modernizzazione, di rinnovo. E' molto vicino al concetto di rivoluzione.

L'innovazione esiste da sempre, basti pensare alla ruota, inventata dai Sumeri nel V millennio a.C., oppure alla scrittura, anch'essa nata in Mesopotamia, attorno al 3200 a.C. In Italia i romani crearono i primi acquedotti per portare l'acqua nelle abitazioni ed alle terme, evoluzione dei precedenti sistemi irrigui. Qualsiasi novità in grado di portare un cambiamento di massa è innovazione. Anche un pensiero può essere innovativo; pensiamo ad esempio a Galileo Galilei ed il suo metodo scientifico delle sensate scienze e necessarie dimostrazioni, che apri le strade ad innumerevoli scoperte nel campo della fisica.

Joseph Schumpeter (1883-1950) fu il prima economista moderno a dedicarsi in modo approfondito alle tematiche dell'innovazione nelle economie industriali. Egli la considerava elemento indispensabile e determinante per arrivare al mutamento industriale e quindi allo sviluppo economico.  La riteneva il motore del sistema capitalistico. Fu lui a distinguere il concetto di invenzione da quello di innovazione: un'invenzione è l’acquisizione di conoscenze scientifiche e tecnologiche non sono direttamente applicate alla produzione, mentre l'innovazione consiste nel “far qualcosa di nuovo”. L'invenzione è quindi una nuova idea, una scoperta scientifica o una novità, non ancora realizzate, che non esistono prima, ispirate da motivazioni non economiche. L'innovazione è invece l'incarnazione delle invenzioni in un nuovo prodotto o servizio.

L'innovazione è quindi qualcosa in grado di creare e distribuire valore. Schumpeter associava quindi l'innovazione alla base della capacità delle imprese di generare profitto. L'innovazione genera imitazione, che permette la nascita di nuove imprese e garantisce la concorrenza. La concorrenza implica maggiore offerta e minori costi per tutte le imprese, quindi prezzi più bassi per il consumatore. Ma questo genera una riduzione, se non azzeramento, dei profitti. E questo porterà a investire in ricerca e sviluppo, per trovare una nuova innovazione e ripartire con un nuovo ciclo economico.

L'idea di Schumpeter era che l'innovazione venisse prodotta solo nelle grandi imprese, le sole in grado di avere un esubero di profitti da reinvestire in strutture di ricerca, per creare innovazione. Questo fatto garantisce loro una iniziale condizione di monopolio, resa possibile dall'introduzione dell'innovazione.

Tornando ai giorni nostri, dal punti di visto economico, sono ormai tutti concordi nell'affermare che l'innovazione sia alla base della crescita economica e della competitività in un mondo globalizzato. Le imprese saranno costrette ad investire continuamente in innovazione, nelle nuove tecnologie abilitanti l'industria 4.0, nella trasformazione digitale. Ma per il successo degli investimenti sarà fondamentale saper gestire l'innovazione a livello di processi e organizzazione aziendale. Serve quindi un cambiamento di mentalità e di visione da parte degli imprenditori, compresi quelli più piccoli.

Serve la capacità di innovare. Come dire che non conta tanto la meta quanto il viaggio. La capacità di innovare è l'abilità di interpretare il contesto per introdurre novità e nuovi pensieri, nuove visioni ed approcci a vecchie situazioni o problemi. La capacità di innovare è una delle principali per garantire ad un'impresa di essere competitiva nel lungo periodo. E risulta indispensabile introdurre e pianificare un'attività costante di ricerca e sviluppo (R&S) alla ricerca ed al mantenimento di vantaggi competitivi.