L'innovazione parte sempre da dentro di noi. Siate voi un affermato imprenditore, un giovane sognatore cha ambisce a diventare startupper, oppure un impiegato d'ufficio o, ancora, un operaio o un agricoltore, il desiderio di migliorare un processo, un prodotto, un modo di lavorare, partirà sempre da voi. E quella idea che forse un giorno uscirà dalla vostra mente, beh, quella sarà a tutti gli effetti una innovazione.
Alla base della nostra felicità, in ogni cosa - e non sto parlando solo della sfera lavorativa o economica - c'è il bisogno di provare soddisfazione per quanto si sta facendo, per lo sforzo e l'impegno che si si è messo. E questo appagamento si persegue dando un senso a quello che si sta facendo, cercando di farlo meglio, provando a migliorarlo. Questo "tarlo" di farlo meglio è la scintilla del processo innovativo. Si pensa e si ripensa, si notano le cose, si confrontano le alternative e prima o poi arriva l'intuizione di sperimentare qualcosa di nuovo.
L'approccio classico all'innovazione, il mainstream che si trova nei libri e nei testi che trattano la materia, afferma che la partenza è sempre un problema o un bisogno insoddisfatto. Trova i bisogni delle persone e risolvili. Queste affermazioni hanno portato centinaia di giovani a concentrarsi solo sui problemi, scandagliando i problemi altrui, nella speranza che con la soluzione giusta ed una startup da 1 euro il mondo sarebbe stato ai loro piedi. (Un giorno parleremo anche della questione delle SRL da 1 euro, ve lo prometto). A mio avviso, l'innovazione ha un'accezione più positiva: non devo risolvere problemi, ma provare a migliorare l'esistente. Non problemi, ma miglioramenti.
La mia idea - ritrovata peraltro in un ottimo libro di Roberto Verganti intitolato "Overcrowded", che vi consiglio - è che in un mondo pieno zeppo di soluzioni, idee e prodotti, per ogni cosa ci sia già una soluzione. Siamo quasi 10 miliardi di abitanti sulla terra, pensi davvero che la tua soluzione innovativa non sia già stata pensata da qualcun altro? E se non esiste, poniti la domanda del perché non esiste. La soluzione non è inventare un nuovo prodotto o un nuovo servizio. In un mondo con troppe soluzioni e troppa scelta, la confusione regna sovrana. Le troppe possibilità sono, per assurdo, un freno per coloro che non sono convinti di cambiare, per la gran parte dei tradizionalisti: nel dubbio, rimango con ciò che conosco bene, anche se non è perfetto.
Il punto di partenza è capire perché cambiare. Per rispondere alla domanda è necessario trovare un motivo, una ragione valida, un significato diverso. Il perché è fondamentale. La gente cerca risposta al perché, non gli importa il cosa. Su questo argomento, un altro libro molto interessante è "Partire dal perché" di Simon Sinek. Quando si sceglie un prodotto o un servizio, specie quando l'offerta è ampia e molto simile, la vera sfida è capire il perché della decisione. Faccio un esempio: sono alla ricerca di un paio di scarpe da trekking. Entro in un negozio e scopro che la scelta è ampia. Fin troppo ampia. Tutte le scarpe proposte fanno la stessa cosa, hanno la stessa funzione, ovvero sono scarpe tecniche, leggere, magari impermeabili, oppure traspiranti, comode, con una suola che permette di non scivolare. Quindi la mia scelta non sarà più rivolta al cosa fanno per me le scarpe. Sono tutte scarpe, si indossano per non andare scalzi. Ma perché ne scelgo una piuttosto che un'altra? Quello che conta, a quel punto, sono le differenziazioni, quelle piccole differenze che rendono unica o particolare ciascuna scarpa. Potrebbe essere la suola diversa, perché mi serve con tanta tenuta per camminare sicuro anche su terreni sdrucciolevoli. Potrebbe essere la tomaia impermeabile e imbottita, perché le vorrei indossare d'inverno, sotto la pioggia o la neve. La nostra scelta viene sempre dal perché.
Tornando alla domanda iniziale, da dove parte l'innovazione?, essa nasce dalla capacità di prestare attenzione a ciò che ha valore per la gente, per i nostri possibili clienti, per noi. E la via più semplice è pensare a noi. Pensare a ciò che vorremmo amare, a ciò che ci appassiona, a ciò che stimola la nostra passione. Cosa vorrei? cosa ha valore per me? Come vorrei migliorare un prodotto, un servizio, un processo? Non serve trovare una nuova soluzione, basta una nuova visione, in grado di rispondere ai nostri perché. Deve farci stare bene. Deve darci gioia e felicità. E' necessario proporre visioni nuove, in grado di stimolare queste sensazioni. Bisogna rendere bella la vita delle persone. Che non significa altro che dare e creare valore. La gente ti sceglierà perché quello che offri ha un valore. Perché le fa stare bene. E si torna sempre al perché, non al cosa si offre ed al come lo si offre.
Uno degli esempi classici di innovazione di prodotto - esempio fin troppo utilizzato, mi spiace, mi adeguo alla massa - è l'iPhone della Apple. Il mercato era già inondato di telefoni cellulari, anzi, le case costruttrici erano molte più delle attuali e la concorrenza era spietata in un mercato assolutamente nuovo. L'iPhone fu un successo immediato, non perché fosse il miglior telefono. Nemmeno perché fosse in grado di inviare email, visto che a quel tempo il Blackberry era leader incontrastato dei telefoni business. Non aveva nemmeno una tastiera fisica. Ed era pure più ingombrante di un classico telefono. Apple inventò il concetto di smartphone. Non compravi l'iPhone per telefonare, ma perché permetteva di ascoltare la musica ovunque, di navigare sul web, di chattare con le persone, connettendosi automaticamente all'intero ecosistema Apple. Grazie al fenomenale marketing, divenne in breve un oggetto di moda, di culto, trendy, elitario e costoso. Ben presto l'oggetto che ognuno al giorno d'oggi tiene sempre in mano o nelle tasche passò dall'essere un mero sistema per telefonare all'essere un sistema di connessione con il mondo. Gli smartphones hanno cambiato il perché nell'utilizzo del telefono. Ne hanno cambiato il significato.
In conclusione, l'idea innovativa parte molto spesso da noi. Prende il via dalla voglia di cambiare qualcosa per migliorarlo, per essere felici e per stare meglio. Si entra nella scala dei valori, dove conta il significato, non il cosa o il come. Nemmeno il prezzo è così importante. Provate a chiedervi cosa cambiereste nelle cose che utilizzate, nel modo in cui lavorate, nelle esperienze che state vivendo. Non partire dai problemi. Sognate qualcosa di nuovo e di bello. Pensate a cosa vi farebbe stare meglio e vi appassionerebbe. Prima o poi una buona idea vi verrà. E sarà un'idea innovativa.